Molti
forse non si sono mai soffermati molto su questo vocabolo poco chiaro
contenuto nella Bibbia, ma è interessante cercare di tentare una
spiegazione che sembra abbia a che fare con l’idolatria di oggetti
elettronici, al cui interno è posta un’antenna di rame, come se dovesse
captare segnali.Sembra che attorno a questi oggetti vi sia un alone di
mistero.
Il termine terafim= dall’ebraico IDOLO FAMILIARE (è con ogni probabilità la forma ebraizzata della parola hurriticatarpis - radice tarpi-, *tarpi/-u, > ebr. teràfim: H.A.Hoffner, Bibliotheca Sacra 124, 1967,230-238; JNES 27, 1968, 61-68: significa «spirito, demone» (ctonio), assieme a annaris (come in acc.lamassu e sédu) « spirito protettore, genio »)ricorre
15 volte nell'A.T .(2x al sing., 11 x con l'articolo). Le attestazioni
si trovano nei testi di Gen 31 (3volte), Giud 17-18 (5volte), 1Sam 19 (2
volte) e in 1Sam 15,23, 2Re 23,24, nella letteratura profetica in Osea
3,4; Ez 21,26; Zac 10,2.
Quando
Mosè ricevette sul Sinai l’ordine di distruggere completamente la
magia, la stregoneria, la divinazione e i sortilegi in Israele,si scontrò con una tradizione popolare molto vivace.
“Làbano
era andato a tosare il gregge e Rachele rubò i terafim che
appartenevano al padre. Giacobbe eluse l’attenzione di Làbano l’Arameo,
non avvertendolo che stava per fuggire.” (Genesi 31,19)
“Disse allora Làbano a Giacobbe: che cosa hai fatto? Perché mi hai rubato i miei dèi?” (Genesi 31, 30)
“Rachele aveva preso i terafim e li aveva messi nella sella del cammello, poi vi si era seduta sopra…”
(Genesi 31,34)
Questi
terafim sono delle
piccole statuette,praticamente idoli,generalmente in coppia:
quello alto è il maschio, mentre l’altro, colato sul modello del primo, è
la femmina (confronta come in Genesi la donna viene formata dall’uomo). Si legga il Capitolo 17° del “Libro dei Giudici”, troppo lungo per essere qui citato integralmente. Si vedrà come Mica creò un paio di terafim
in argento e consacrò suo figlio sacerdote, ossia “veggente”, ruolo
spesso riservato in Oriente ai bambini piccoli. Egli sostituì poi il
figlio a un levita (una sorta di indovino, di mago ambulante), e i Daniti finirono col sottrargli questo potere divinatorio.
Citiamo questa frase, indicativa di un antico rito magico(?), che ritroveremo
nel corso della Scrittura:
“Mica ebbe un santuario; fece un efod e i terafim e diede l’investitura a uno dei suoi figli, che gli fece da sacerdote. In quel tempo non c’era un re in Israele; ognuno faceva quello che gli pareva meglio.” (Giudici 17, 5:6)
In
definitiva questi terafim venivano portati di solito con se durante i
viaggi per individuarne la strada e secondo il profeta Ezechiele per
fare delle previsioni o per rispondere a certi quesiti. Rachele rubò i
terafim dalla casa del padre per impedirgli di usarli ed individuare
così la strada che avevano intrapreso. Ora se consideriamo il fatto che
dell'epoca antica in cui visse Rachele e Giacobbe sappiamo pressappoco
niente e consideriamo che la Storia Biblica sia la sola storia vera, ne
dovremmo per forza dedurre che la scienza a quei tempi doveva essere
molto evoluta rispetto a quello che finora ci hanno raccontato con le
menzogne e che i terafim potevano essere
anche una specie di computers portatili. Rachele infatti visse la sua
vita poco dopo il diluvio in un periodo in cui erano ancora vivi i figli di Noè, che portavano con se la scienza prediluviana, il risultato del progresso scientifico raggiunto da un'umanità longeva.
Di sicuro, nel tempo, DIO non
ha più permesso agli ebrei di utilizzare questi oggetti per la
divinazione perchè utilizzati da Satana, ma hanno trovato spazio presso
popolazioni pagane con nomi diversi, tipo i LARI (spiriti protettori di antenati defunti dei romani), i PENATI (spiriti protettori della mitologia romana) la cui ispirazione era sicuramente demoniaca e contraria alle Scritture.
"I
loro idoli sono argento e oro, opera di mano d’uomo. Hanno bocca e non
parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchie e non odono, hanno
naso e non odorano, hanno mani e non toccano, hanno piedi e non
camminano la loro gola non rende alcun suono." (Salmo 115:4-9; 135:15; Abacuc 2:18-20)
I PENATI |
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