venerdì 14 settembre 2012

CIBELE IN VATICANO??


Negli ultimi anni quando incontravo video e articoli contro la Madonna (dal latino:Mia Signora) avevo sempre un senso di critica, in quanto da cattolico, pur non condividendo il rosario, mi dava un senso di fastidio,perché Maria con il suo “Eccomi” dette inizio al progetto della vittoria di Gesù sulla morte,guai a toccarmela. Ma leggendo diversi libri ho evinto una certa ambiguità di linguaggio da parte della chiesa cattolica riguardo a questo culto che ha delle radici molto antiche e pagane:il culto della dea Cibele o Gaia o Magna Mater.
In questo articolo approfondiamo un argomento sottaciuto dai più, ma meritevole di giusta attenzione, per chi vuole conoscere la Verità, sottolineando evidenti tracce storiche laddove di fronte a studi archeologici difficilmente possono essere trattate come semplici “teorie”. La base di partenza è il cap. 17 dell’Apocalisse quando Giovanni si stupì nel vedere la Meretrice.
Ciò non significa che la Fede cristiana è in discussione, anzi, tutto il contrario,perché la vera Fede si basa sulla veridicità e sull’adempimento delle profezie scritte sulla Bibbia. A maggior gloria di DIO ns SIGNORE GESU’ CRISTO.



La grande Dea Pagana Cibele (Kybele: “Keh – Ba’al – Leh” – colei (la divinità) che dimora nelle caverne(MARI, Madonna delle grotte), sarebbe stata confusa e nel tempo conosciuta, successivamente ad una serie di trasformazioni operate dai Greci, come Sibilla/e. La grande Dea dell’Asia Minore è la più antica Dea conosciuta dalla storia, anticipando di ben 5000 anni le divinità Sumere e dell’Antico Egitto, così come le derivate divinità greche e romane, ponendosene inoltre come archetipo fondamentale.


Nel libro "Orto aperto" di Federico Zeri, nel capitolo "Enigmi della Sistina" troviamo: <<...Venni a sapere, ad esempio, che il colle del Vaticano, ai tempi dell'Impero,era il centro dei culti di Cibele e di Mitra, tanto che in alcune città il Quartiere dove era situata la grotta di questa divinità redentrice si chiamava allora Vaticanum (come a Lugdunum, l'odierna Lione).

Il tempio mitraico che sorgeva sul colle Vaticano, che si chiama così perché i sacerdoti mitraici andavano a “vaticinare” il futuro osservando il volo degli uccelli. I vati osservavano il cielo, poi con la bacchetta chiamata sistro delimitavano un “tempulum”, cioè una porzione di cielo, e vaticinavano il futuro da come si svolgeva il volo degli uccelli in quel “tempulum”, che non a caso ha poi dato il nome alla parola “tempio”.
Molti sapranno anche che l’origine del nome di Papa proviene proprio dai culti mitraici: i sette gradi dell'iniziazione mitraica (una per ciascun livello di iniziazione ma anche una per ciascun circolo celeste allora noto (Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere,  Saturno e Sole = ai giorni della settimana) e forse rappresentate dalle icone dei sette simboli di iniziazione) di cui il più alto corrispondeva ad una carica simile a quella del vescovo cristiano: il suo nome era Pater Patratus cioè Pa.Pa e che a Roma il Papa di Mitra risiedeva in Hortis Vaticanis; il simbolo delle due chiavi di S.Pietro proviene da una statua presente nella biblioteca vaticana  raffigurante  il Dio Padre, per così dire, di quella teologia, Aiòn, che non soltanto è munito di due enormi chiavi, ma ha i suoi piedi di gallo, l'animale legato per antica tradizione al Principe degli apostoli.. Non per nulla, il campanile dell'antica Basilica Vaticana era sormontato, prima della demolizione cinquecentesca, da un enorme gallo metallico. Così anche il cappello, la MITHRA indossato dai papi rappresenta il demone pesce DAGON che per gli assiri era OANNES... Fonte:<> di Luigi Pellini ed. Aurora


Una ipotesi simpatica è che l'attuale Cappella Sistina occupi il medesimo luogo dove si trova la massima grotta mitriaca di Roma, quella in cui si celebrava il Pater Patratus (ma per verificarla, bisognerebbe procedere ad una indagine archeologica sotto l'attuale livello di quello straordinario monumento).
I Pa.Pa, erano anche i capi che presiedevano le adunanze dei 'padri' mithraici nei vari mitrei disseminati dappertutto l'impero. Ciò è testimoniato dal fatto che sulla parete di fondo del mitreo (cioè quella opposta alla porta di ingresso) era inciso, in alto, l'acronimo Pa.Pa., ad indicare che sul gradino sottostante sedeva normalmente la figura più importante tra i padri riuniti nel mitreo: il Pater Patratus, vale a dire il 'Padre dei Padri' (concetto preso in prestito dalle tradizioni romane più antiche, dove il Padre Patratus era colui che veniva demandato alle trattative di pace o di guerra con i rappresentanti di altre nazioni).

L'area in cui sorse la basilica costantiniana era una necropoli o almeno divenne tale tra II e III sec. La prima basilica archeologicamente attestata risale a Costantino che decise di monumentalizzare l'area presso cui venne martirizzato e sepolto l'apostolo Pietro. La prima monumentalizzazione della sepoltura di Pietro dovrebbe essere invece relativa all'intervento del presbitero Gaio, il famoso Trofeo di Gaio, a sua volta protetto da un parallelepipedo marmoreo voluto da Costantino.

Il Trofeo di Gaio, una sorta di edicola costruita sopra la fossa terragna dove fu sepolto Pietro, è datato intorno al 160, datazione confermata anche da Procopio di Cesare. (Fonte: appunti della lezione della professoressa M. Marinone, docente di archeologia cristiana presso la facoltà di Scienze Umanistiche della Sapienza.)
Ebbene, l’imperatore Costantino, nella sua ambiguità, rivestendo il ruolo di Pontifex dei culti mitraici, era consapevole della presenza sul Vaticano di altari dedicati a Cibele (Magna Mater) e Mithra, tentò di coniugare paganesimo e cristianesimo in una apparente simbiosi, grazie anche all’ignoranza delle popolazioni.
In particolare, mi riferisco al Phrygianum, come raccontano i proff. Liverani e Vermaseren, archeologi di spicco sulla scena internazionale, presente nel Vaticano testimoniata da attestazioni epigrafiche della celebrazione del taurobolio e con celebrazioni a Cibele coronate da culti orgiastici; tutto ciò credo che sia già sufficiente, quasi fosse una legge del contrappasso, per discernere la costante ambiguità di comportamenti del Vaticano e nelle dichiarazioni e nei fatti storici vedi Crociate, Santa Inquisizione, appoggio ai governi di destra, ad Hitler e Mussolini, invenzione del culto alla Madonna, ossia Cibele, episodi tipo la messa satanica del 1963 all’interno della cappella Paolina, pedofilia, movimentazione di denaro tramite lo Ior etc.
Interessante è l’origine del culto di Cibele sul Vaticano:
Nell'anno 204 aC, la guerra punica aveva portato a conseguenze disastrose sia per l'esercito romano e la sicurezza di Roma stessa. Annibale aveva saccheggiato la campagna romana e la forza della divinità tradizionali del Tempio Capitolium era decaduto contro il crescente disagio.
Una tradizione registrata da diversi autori indipendenti romani è che molti Oracoli della Sibilla a Delfi furono consultati e profetizzarono che Annibale poteva essere sconfitto solo se la Madre degli Dei (Cibele) fosse trasportata da Pessinunte, in Frigia a Roma . La personificazione della Dea Madre è stata il più grande meteorite di ferro del mondo antico, un oggetto massiccio aniconico di color nero oltre 16 metri di altezza adorato come il simulacro di Cibele e pesante diverse centinaia di tonnellate.
Nello stesso anno (204 aC) un'ambasciata composta da cinque senatori romani, con M. Valerio Levino come capo della delegazione, fu inviato a Pessinunte, dal sovrano Attalo I (269-197 aC), re di Pergamo ( Turchia), alleata di Roma. Attalo inizialmente rifiutò la richiesta. Secondo una  leggenda romana un terremoto si verificò durante il periodo dei negoziati e fu scambiato quale presagio della divinità di Cibele per essere trasferita a Roma.
Arrivata a Roma accolta da un numeroso gruppo di sacerdoti in festa fu trasferita su decisione del senato romano sul colle Palatino. Mentre sul Vaticano fu costruito santuario in onore di Cibele, in un intervallo di tempo pari a 13 anni, inaugurato l’11 aprile del 191 a.C.sotto il pretore Marco Iunius Brutus, dove venne celebrata la Magna Mater con l’istituzione dei Ludi Megalensi. (Vermaseren, Cybele and Attis, p. 41.)  Lo storico Tito Livio ci testimonia gli antefatti relativi al 4 aprile di quell’ anno, data in cui, la pietra nera, simbolo della dea: [...] fu deposta nel tempio della dea Vittoria che è sul Palatino. Quel giorno fu dichiarato festivo. Una folla di popolo portò doni sul Palatino, dove furono celebrati con un lettisternio(banchetto solenne in onore della divinità) dei ludi, detti Megalesi.
ALTARE DI CIBELE IN VATICANO

Il culto della Grande Madre, come accennato prima, era un culto sfrenato, dionisiaco, orgiastico. Le danze dei fedeli venivano accompagnate dal suono violento di rumorosi strumenti musicali: il flauto dritto e ricurvo, i cembali, da cui si traeva un suono acuto e metallico, il timpano - strumento caratteristico della Grande Madre - che ci ricorda il tamburello. I sacerdoti di Cibele (arcigalli) nel corso del rito arrivavano a flagellarsi e mutilarsi come Attis - evirandosi - onorando la dea con preghiere, urla, danze ossessive che culminavano in un rapidissimo girare su se stessi. In preda al parossismo si sentivano allora invasi dalla dea e vaticinavano. A loro veniva attribuito il potere di interpretare i sogni, il moto degli astri, il volo degli uccelli, e la capacità di esorcizzare. Successivamente, dal 43 d.C., il Pontifex Maximus mitraico divenne il nuovo Sommo Sacerdote del Phrygianum di Cibele e i Ludi Megalensi furono spostati dal 15 al 27 marzo, in coincidenza con l’equinozio di primavera.
Nel 1505, il Phrygianum fu demolito per ordine di papa Giulio II per far posto al nuovo tempio pagano enorme che oggi conosciamo come Basilica di San Pietro, lasciando tracce di are nella necropoli vaticana ricca di cunicoli sotterranei, ma la tradizione è pervenuta ai nostri giorni sotto la forma di culto alla madonna, che in diversi casi, per molti pseudo credenti, sostituisce il culto di DIO ns Signore Gesù Cristo, recitando il rosario con i JAPAM(la coroncina) dei buddisti.
A margine di questo articolo, si può evidenziare che gli archeologi, ufficialmente, non hanno invece più notizia della cometa – la pietra nera- di Pessinunte all’epoca situata sul colle Palatino e che diverse ipotesi odierne portano a pensare che sia situata sotto il Vaticano.

Coincidenza ha voluto che l'incontro tra papa Ratzinger e i giovani a Madrid avvenisse in piazza Cibele ......(http://www.universy.it/2011/08/giornata-mondiale-della-giovent-benedetto-xvi-giunge-a-el-escorial/ )
Esiste anche un collegamento di questo ambiguo culto con i termini usati dalla chiesa cattolica: la STELLA MARIS.
la grotta della dea Mari
Mari è una divinità basca e con il suo consorte Sugaar (chiamato anche Maju), sono considerate le divinità supreme nell'antica mitologia basca.(fonte wikipedia)
Mari è rappresentata in forme diverse: come donna, come animale (avvoltoio), e via dicendo. Sugaar, invece, assume sempre la forma di uomo o di serpente-dragone. Creature simili alle streghe, chiamate sorginak, sono i loro servitori. Spesso hanno caratteristiche che li accomunano alle sacerdotesse pagane.

A Mari vengono attribuite doti come profetessa e come oracolo; non a caso, gli adepti, seguendo il rito prestabilito, la chiamavano tre volte sostando davanti alle grotte per poi interrogarla. Lei compariva all'ingresso delle sue abitazioni, le cui pareti sono decorate di oro e oggetti preziosi, che se trafugati perdono il loro valore e si tramutano in carbone. Quindi la dea governa anche l'avidità degli umani e nello stesso tempo è in grado di trasmutare le sostanze.
Tra i suoi compiti fondamentali, vi è quello di presiedere la stesura delle leggi e di controllarne il rispetto. Inoltre governa tutti i fenomeni meteorologici, che scatena, talvolta, per punire i suoi sudditi. Per placare le ire della dea i fedeli compiono una serie di riti invocatori, propiziatori che nell'ambito di un sincretismo religioso, comprendono anche messe cattoliche.

Tra i suoi appellativi, quello ricorrente è "Signora". È associata con la luna.
I luoghi dove, abitualmente, si manifesta sono le vicinanze delle grotte (ricordiamo come coincidenze le apparizioni di Lourdes ecc.ecc.)
Il video che seguirà la dice lunga......
Solo per ricordare che Maria madre di GESU' è straordinariamente piena di grazia e nulla ha a che fare con questi riti umani.....
Intelligenti pauca.



martedì 11 settembre 2012

QUANDO SI FESTEGGIA IL VERO NATALE??

Incipit: Dedicato a coloro che usano la religione giocando con i sentimenti e le speranze dei poveri; dedicato a chi non ha cura di se stesso vivendo la vita chiuso nella sua ricchezza di case, soldi, oro, azioni di borsa, furti, evasioni fiscali; dedicato a quelli che, preposti al ruolo di pastori di greggi, con la loro superbia e inettitudine conducono le masse verso il baratro della geenna eterna distribuendo notizie non vere ed in contrasto con la Parola di DIO...

"Dio però le ha rivelate a noi per mezzo del Suo Spirito..." 

(1^ Corinzi 2:9-10) 
 
Il tema proposto su "infernet" ha riversato fiumi di caratteri, ma consentitemi di segnalare intanto questo ottimo post del fratello Giona:

http://ultimaepoca.blogspot.com/2008/12/babbo-natale-figlio-sistema.html


Da parte mia cercherò di dare un modesto e sincero contributo per completare il suo post.



Il natale è bello perchè si festeggia in tutto il mondo, ci sono tante luci, mercatini, tanta gente s'incontra per le strade, le scuole si fermano e i nostri figli possono giocare ai videogiochi, le mamme preparano i piatti secondo le migliori tradizioni locali...quante cose banali, ma ci vogliono anche queste. L'importante è non rimanere abbagliati dalle solite false "luci" che imprigionano le nostre menti 



La tradizione degli uomini prevede alla mezzanotte tra il 24 e il 25 di dicembre lo scambio dei doni davanti all'albero illuminato....


Intanto analizziamo questi "doni" (strenne) da quale cultura vengono ereditati e che tipo di festività andiamo a festeggiare.

Mi preme citare alcuni dei tanti libri scritti da un grande studioso, Alfredo Cattabiani, "Calendario" e “Simboli, miti e misteri di Roma”, dove descrive le origini di tutte le festività che secondo la miglior tradizione umana, Ouroboros, ciclicamente osserviamo.
Le feste natalizie erano nella Roma imperiale feste del solstizio, del nuovo sole che rinasceva dopo la morte simbolica, risalendo verso il nord dopo aver toccato il punto più basso con l’entrata nella costellazione del Capricorno. Anche il nuovo anno legale cominciava in quei giorni, alleKalendae Januarii, nel periodo immediatamente posteriore al solstizio che, veniva convenzionalmente fissato al 25 dicembre per seguire la tradizione dei Romani più antichi che, poco esperti in astronomia, si erano fidati dei propri occhi.
“Prima di cominciare l’anno”, scriveva l’Imperatore Giuliano nel discorso su Elio Re, “noi diamo in onore di Elio giochi magnifici, solennità consacrate a Elio Invincibile… Ah! si degnino gli dèi sovrani di permettermi di celebrare sovente questi misteri, e che il sovrano stesso dell’universo, Elio il primo, mi accordi questo favore! Sorto da tutta l’eternità intorno all’essenza feconda del Bene, mediatore fra gli dèi intelligenti, essi stessi mediatori, Egli ne assicura pienamente la continuità, la bellezza senza limiti, l’inesauribile fecondità, l’intelligenza perfetta, e li dota abbondantemente di tutti i beni atemporali” 
La festa del Sole era diventata il culto più importante in Roma verso la fine del III secolo per l’influenza delle tradizioni orientali. L’imperatore Aureliano, figlio di una sacerdotessa del Sole, istituì addirittura il culto statale del Comes Sol Invictus, la cui festa, il dies Natalis Solis Invicti, divenne il centro della liturgia imperiale. Nella foto sotto è ritratto il Quirinale dove avveniva il culto del Sol Invictus

A questa eliolatria contribuiva non poco il progressivo diffondersi negli ambienti militari di un altro culto di origine orientale, il mithraismo, dove Mithra era considerato il Figlio del dio supremo Sol: Figlio del Sole e Sole lui stesso, nato da una roccia presso un albero sacro e con la torcia in mano, simbolo della Luce e del Fuoco che spandeva sul cosmo. Il mito narra che alcuni pastori presenti all’evento soprannaturale gli avevano offerto primizie dei greggi e dei raccolti. E superfluo sottolineare le analogie con la nascita del Cristo in una “grotta” illuminata da una stella mentre i pastori lo adoravano.
All’inizio del IV secolo la festa era diventata così popolare a Roma che persino i cristiani vi partecipavano accendendo con i “pagani” fuochi in onore dell’astro che rinasceva. La Chiesa, per allontanare i fedeli da quelle feste “idolatriche”, pensò(errando) di fissare la celebrazione della nascita del Cristo il 25 dicembre.......
La volontà di rigenerazione si è espressa nel mito dell’eterno ritorno, presente in quasi tutte le tradizioni, che narra della distruzione periodica dell’universo e dell’umanità cui seguirà un nuovo universo e una nuova umanità. Questo ciclo potrebbe essere paragonato a un Grande Anno rispecchiato e simboleggiato da quello solare. Come il Grande Anno comincia con una creazione, continua con un’esistenza che è la storia del suo progressivo degenerare, e si conclude con un ritorno al caos, così l’anno, solare nasce e si sviluppa nel corso dei mesi impoverendosi giorno dopo giorno fino alla sua morte nel caos, in un generale “rimescolamento”: per poi nascere nuovamente. E per mimare il caos della fine, la fusione di tutte le forme nella vasta unità indifferenziata, si manifestano comportamenti orgiastici (ricerca anche rituali di Jacob Frank e Sabbatai Zevi)  e intermezzi carnascialeschi fino al rovesciamento dell’ordine normale. Nella Roma antica questo periodo cominciava con la festa dei Saturnali sulla cui allegra «con-fusione» regnava il mitico dio dell’età dell’oro, Saturno.

I Saturnali venivano celebrati lietamente per una settimana, fra il 17 e il 20 dicembre, e, in epoca imperiale, continuavano fino al 24 conglobando altre feste. Durante quei giorni, come in ogni periodo di caos rituale, la gente si scambiava i ruoli: ad esempio i padroni servivano gli schiavi. Inoltre si permetteva il gioco d’azzardo che, proibito durante il resto dell’anno, era originariamente un atto rituale in stretta connessione con la funzione rinnovatrice di Saturno il quale distribuiva le sorti agli uomini per il nuovo anno; sicché la fortuna del giocatore non era legata al caso ma al volere della divinità. Oggi a Natale non è scomparsa l’usanza delle strenne che i Romani offrivano al primo dell’anno, in un periodo collegato al rinnovamento annuale. Nell’antichità le strenne erano costituite da rametti di una pianta propizia che si staccavano da un boschetto sul la via Sacra, consacrato a una dea di origine sabina, Strenia, apportatrice di fortuna e felicità. Fin dalle prime origini della città di Roma si adottò l’uso delle strenne istituito da Tito Tazio, il quale per primo prese come buon auspicio per l’anno nuovo il ramoscello di una pianta propizia [arbor felix] dal bosco della dea Strenia». Poi, poco a poco, si chiamarono strenae anche doni dì vario genere e addirittura monete.
Ispirata al simbolismo solare (in realtà è ispirata dall’albero della vita della Kabbalah -mistica ebraica) è anche l’usanza natalizia collegata al mondo vegetale, come per esempio l’albero di Natale,
– emblema nelle tradizioni dell’Europa centrale e dell’Italia alpina – dell’albero cosmico che unisce i cieli alla terra nutrendo con i suoi “frutti” tutti gli esseri.


Nell’immagine sopra vedete la spettacolare gita di babbo natale che su un carro vola per distribuire regali...
In realtà anche questa immagine è spiegata tramite la Kabbalah ebraica, attribuendo come principio la divina contemplazione del Trono, o carro (merkavah), visto nella visione di Ezechiele, il profeta (Ezechiele cap.1).
In realtà sarà antipatico scoprire che il natale finora festeggiato e che continuerete a festeggiare nel futuro non ha nulla a che fare con il Natale di ns.Signore Gesù Cristo; ma tutto ciò dipende da noi perchè non mettiamo mai Amore nella Verità.

Analizziamo in dettaglio:      dal vangelo di 
S.Luca 1 : 5, 26, 36 - "ZACCARIA DELLA CLASSE DI ABIA (confronta 1 CRONACHE 24:10 )ADEMPI’ AL SUO COMPITO E RICEVETTE L’ANNUNZIO DALL’ANGELO GABRIELE DEL CONCEPIMENTO  DI UN FIGLIO DA PARTE DI ELISABETTA  DONNA ANZIANA E  STERILE."
Analizziamo il passo delle cronache dove parla della classe di Abia:

1 CRONACHE 24:10   DICE CHE LA MUTA DI ABIA, OTTAVA  DI 24  GRUPPI,  DOVEVA GARANTIRE IL SACERDOZIO NEL QUARTO MESE, TAMMUZ, PRECISAMENTE LE ULTIME  2 SETTIMANE. SECONDO IL CALENDARIO EBRAICO RELIGIOSO CHE E’ LUNARE DI 12 MESI, CORRISPONDE A GIUGNO-LUGLIO.

(24 MUTE PER 12 MESI SIGNIFICA DUE MUTE PER MESE OPPURE UNA MUTA OGNI 15 GIORNI- FONTE: ROTOLI DI QUMRAN)

Nel 4° mese del calendario ebraico detto tammuz, l’arcangelo Gabriele comunico’ all’incredulo sacerdote Zaccaria la nascita del tanto atteso figlio Giovanni, precursore del Messia Sua moglie Elisabetta rimase quindi incinta e al 6° mese della sua gravidanza, lo stesso messaggero celeste apparve alla Vergine Maria annunziandole la nascita di Gesu’; 9 mesi dopo, nel mese di tishri, (settembre/ottobre)  settimo del calendario ebraico nasce  GESU’, YA’U’SHUA in ebraico, che significa DIO salva. 

Nel mese di tishri (settembre – ottobre) vi sono alcune importanti feste ebraiche:
ROSH HASHANA’  - CAPODANNO CIVILE O FESTA DELLE TROMBE (IL 1° DEL MESE)
YOM KIPPUR – GIORNO DELL’ESPIAZIONE (IL 10)
SUKKOT    -FESTA DELLE CAPANNE O DEI TABERNACOLI       (DAL  15  AL  21)
 
Per gli ebrei le tre grandi feste annuali sono: Pasqua, Pentecoste e Capanne nelle quali e’ fatto obbligo ad ogni israelita di salire a Gerusalemme:   ESODO 23,17       DEUT. 16,16
 
In questo periodo Gerusalemme e dintorni, compresa la vicina Betlemme, data la sua vicinanza, si riempiva di pellegrini giunti da ogni parte del mondo: ecco perche’ Giuseppe e Maria non trovarono posto dove albergare.  Si puo’ certamente dedurre che Gesu’ e’ nato in questo periodo corrispondente alla fine di settembre a cavallo con ottobre.
 Forse e’ per questo motivo che l’apostolo Giovanni parlando di Cristo, disse: “ e la parola e’ stata fatta carne ed ha abitato per un tempo con noi ”    Giov 1, 14
letteralmente “ pianto’ la sua tenda in mezzo a noi “  dal greco  eskenosen da skene’tenda
All’epoca di Gesu’ il termine skene’ serviva per designare in greco la festa delle capanne ( Giuseppe Flavio antichita’ 13 : 8) ed e’ con questo termine che Giovanni esplicitamente la designa.
Per cui se volete festeggiare il Santo Natale alla data giusta fate i vostri presepi verso la metà di settembre, quando rientrate dalle ferie estive. Siate coerenti con il messaggio della Parola di DIO e non con il mondo......